Barbaramente assassinato dai generali fascisti boliviani e dagli agenti dei servizi segreti americani. Stabilimento grafico editoriale Fratelli Spada, Ciampino-Roma, (1967). Manifesto originale a colori (cm. 100 x 70), stampato in serigrafia, titoli in nero e rosso su fondo bianco; al centro una foto del Che in nero su fondo rosso. In basso il testo Ernesto Che Guevara è morto per una causa che non conosce frontiere / Ernesto Che Guevara continuerà a vivere nelle lotte per la libertà dei popoli del mondo. È letteralmente falsa la freddezza delle reazioni del Pci, dopo l'assassinio del Che in Bolivia. La reazione fu lenta per l'iniziale incertezza delle notizie, ma non si limitò di certo all'articolo di Petruccioli. Come l'Unità di quei giorni documenta, Ernesto Che Guevara venne commemorato in centinaia di riunioni a tutti i livelli e in alcune città furono organizzate dal PCI manifestazioni di massa, riparando così anche ai precedenti difetti di informazione. Come avveniva solo nelle occasioni più solenni un documento ufficiale di cordoglio venne diffuso a firma del Comitato Centrale e venne fatto affiggere anche nei più sperduti paesini cosa che non veniva fatta dal tempo della morte di Togliatti un manifesto di lutto che piangeva il rivoluzionario, combattente per la libertà e medico dei lebbrosi. (Così dal blog di Salvatore Lo Leggio). Ben conservato..