Paris Aristide Bruant s.d. (ma 1885) In-8° (180 x 110 mm.), pp. 207 interamente illustrate da vignette d Steinlen, elegante legatura coeva in mezzo marocchino color nocciola ed angoli, dorso a cinque nervi, titolo e fregi in oro, brossura editoriale illustrata conservata all'interno. Taglio superiore dorato. Tiratura di 150 esemplari su "papier du Japon" numerari e firmati, il nostro è il n. 137. Ottima copia, fresca ed in elegante legatura. Edizione originale. Théophile-Alexandre Steinlen, pittore e incisore svizzero, originario di Losanna, arrivato a Parigi appena ventenne, nel 1881, e dove visse sempre, fino alla morte, nel 1923. Il suo nome è legato per sempre a Montmartre. Nel cabaret di Rodolphe Salis, Steinlen divenne amico di Henri de Toulouse-Lautrec e incontrò tra gli altri Aristide Bruant. Per molti fu il pittore dei gatti, molto numerosi all’epoca nelle vie del quartiere e che popolano già le sue prime opere. Ma Steinlen fu soprattutto il pittore della libertà, di cui il piccolo felino diventa il simbolo. «Un filo conduttore permea tutta la sua produzione, estremamente prolifica: l'impegno politico. L'artista associa arte e politica, facendosi testimone critico del suo tempo. Steinlen credeva nella missione sociale e politica dell'arte, come via e voce verso un mondo migliore. Spinto da idee di giustizia e libertà sociale, non ha mai smesso di usare la matita per deridere e denunciare i poteri politici, religiosi e borghesi, oppressori e tirannici. Il popolo degli umani, ma anche quello dei gatti che ne è come un doppio carnevalesco ma dall'irriducibile stranezza animale, sono i suoi principali soggetti». Carteret IV, 83