Lanciano, R. Carabba, Editore 1910, 190x125mm, 141pagine, in brossura. Buono stato.
" Venetia, Guerigli, 1680, in-8°, 15,5 x 10 cm, three parts in one volume, title with woodengraved vignette + (62) pp with full-page engraved portrait of the author + 312 pp ; title with woodengraved vignette + (30) + 270 pp + (2)(blank); title with wood engraved vignette +(18)nn pp + 92 pp + (2)(bl), +contemporary full vellum, two clasps, sprinkled edges, fine copy. Main work of this Italian satirist. Graesse I 456."
s.l. s.e. s.d. (presumibilmente 1700) Bel manoscritto in-4° (265 x 192 mm.), frontespizio inciso in rame da Couuay nel cui ovale vi è racchiuso il titolo manoscritto e. 227, (26) carte manoscritte in bella grafia corsiva del XVIII secolo, legatura in piena pergamena coeva con unghiature, titolo manoscritto al dorso. Mancanze al taglio esterno del piatto superiore e al taglio inferiore del piatto inferiore, titolo al dorso in parte abraso. Nel complesso buona ed affascinante copia. I suoi Commentarii sopra Cornelio Tacito furono pubblicati postumi. Esponente di punta del tacitismo, Boccalini, intellettuale spregiudicato e nemico di ogni dogmatismo, dà dell'autore latino un'interpretazione repubblicana. «Nella sua morfologia del fenomeno, Toffanin assegna a Boccalini un posto del tutto anomalo in quanto unico rappresentante di ciò che lo studioso definisce ‘tacitismo rosso’, e cioè quella zona ideologica che individua nello storiografo latino non un cronista ma un critico dell’impero romano e quindi un avversario del governo monarchico. Commentando Tacito, Boccalini avrebbe voluto esprimere, argomenta Toffanin, sia il suo consenso con questa opinione, sia la sua critica alla situazione contemporanea, dominata da una nascente monarchia assoluta.» Attivo durante la dominazione spagnola in Italia, tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, Boccalini è parte di un risveglio delle coscienze «contro lo sgovernare degli spagnoli». Boccalini è, in generale, uno spirito conservatore, attaccato alla buona pratica della pietà e desideroso della libertà d'Italia. Parla forte contro i principi che seguivano la Ragion di Stato e che cacciata via «la sapienza di amar e temer Dio con tutto il cuore» si servivano «del sacrosanto suo nome per istrumenti di cavar denari dalle mani de' popoli». Il Boccalini condanna come perversa la Ragion di Stato, ma ritiene «che il Machiavelli abbia reso un servizio ai sudditi, rivelando loro le arti malvagie dei principi.
Inmpresso in Cosmopoli per Giorgio Teler 1640 In-32° (cm. 9 x 5), pp. 268, (20) dove troviamo la " Nuova Aggiunta alla Pietra del Paragone", bella legatura in pieno marocchino di color nocciola chiaro, titolo su tassello al dorso, duplice cornice lineare in oro ai piatti, tagli in oro. Ex libris nobiliare alla carta di guardia. Stupendo esemplare in deliziosa legatura. Falso luogo di stampa in verità, tip. Elzeviriana. Parenti, "luoghi falsi", 63