Torino Unione Tipografica Editrice 1890 In-8°, pp. VI, 284, 7 tavole f.t in eliotipia, 21 illustrazioni nel testo, legatura in tela editoriale con titolo in oro al dorso e decoro in oro al piatto superiore. Traccia di umidità al margine superiore della legatura. Il saggio di Darwin, 'L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli altri animali' uscì un anno dopo l'Origine dell'uomo, nel 1872 ed ebbe un immediato successo di pubblico. Agli inizi del XIX secolo, la teoria psicologica predominante era l'associazionismo: la mente è una tabula rasa sino a quando non riceve delle impressioni dai sensi; queste, depositandosi nella memoria e associandosi fra loro, vanno a costituire la nostra vita mentale. Darwin, invece, tentò di spiegare i meccanismi cognitivi animali e umani, estendendo la teoria dell’evoluzione per selezione naturale ai substrati biologici della cognizione. Si trattava di un programma scientifico interdisciplinare completamente nuovo che nel Novecento porterà alla nascita e allo sviluppo dell'etologia e delle neuroscienze. Nel saggio, l'autore fornisce dei dati atti a dimostrare che le espressioni dell'uomo, come degli altri animali, sono innate, sono un semplice prodotto dell'evoluzione, per cui molte espressioni che denotano paura, rabbia, stupore si ritrovano invariate non solo in uomini di diversa estrazione culturale o appartenenti a civiltà diverse, ma anche, in primati non umani o in altri animali; il fatto che il riso, ad esempio, sia molto simile nell'uomo e nello scimpanzé testimonia un'origine comune fra le due specie. Ma anche dal punto di vista metodologico il libro è di una sorprendente modernità: il primo a fare ricorso estesamente alla fotografia per scopi scientifici e il primo a basarsi su sondaggi prestampati, pratica ormai comune negli studi di psicologia. All’epoca le illustrazioni fotografiche venivano inserite nelle pagine del libro con un procedimento lungo che faceva lievitare i costi di pubblicazione. Darwin cercò tra i vari fotografi londinesi suggerimenti e metodi alternativi per riprodurre le fotografie e si ricordò di aver posato per un ritratto nel 1868 per il fotografo Ernest Edwards. Edwards aveva sviluppato un metodo di riproduzione fotomeccanica detto eliotipia che a differenza delle comuni stampe fotografiche permetteva la produzione in serie delle immagini che potevano così essere rilegate direttamente con le pagine del testo. L’uso dell’eliotipia riduceva di molto i costi di produzione e permise a Darwin di includere un numero senza precedenti di tavole fotografiche e soprattutto di non affidarsi ad artisti che copiassero a mano le fotografie su lastre litografiche. Si scopre qui il Darwin della piena maturità, per metà scienziato e per metà filosofo, innovatore rivoluzionario eppure cauto, sempre attento a fondare su basi empiriche più che salde le sue speculazioni.
Reference : 20776
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