A Cologne chez Pierre Gaillard 1786 4 tomi in due voll. in-16° (cm. 17,2 x 10), pp. (2), V, (4), 144; (2), 196; (6), 158; (2), 157, antiporta incisa in rame rilegato dopo il frontespizio e 95 (su 100) belle tavole f.t. incise in rame su mezza pagina con didascalia, mezza pelle del XX secolo, titolo e fregi in oro la dorso. Una macchia all'angolo inferiore delle prime due pagine del primo volume, ma nel complesso esemplare fresco con le incisioni ben inchiostrate. Dalla Treccani: "Celebre raccolta del sec. XV, alla quale si deve l'introduzione in Francia della novella in prosa. Il novellatore francese, anonimo, dichiara nella dedica al duca di Borgogna d'essersi ispirato all'esempio del Decameron. Da questo e da altri indizî la critica moderna ha potuto attribuire il libro ad Antoine de La Sale (v.), un colto gentiluomo nato nel 1398, il quale, dopo un soggiorno in Italia (era a Roma nel 1422), amministrò per qualche tempo (1424) la giustizia in Arles. Di là, passato nel Lussemburgo e forse in Fiandra, s'acquistò la benevolenza del duca di Borgogna Filippo il Buono (morto nel 1467), per invito del quale scrisse le Cent nouvelles nouvelles, tra il 1456 e il 1462. A somiglianza di quelle del Boccaccio, esse si fingono raccontate dal duca, dai suoi familiari e dallo stesso autore. Ma vi manca la bella cornice boccaccesca, mancano quasi del tutto le novelle a largo intreccio, di contenuto tragico, sentimentale e romanzesco; onde l'opera rassomiglia assai più alle Facezie di Poggio, che lo scrittore francese sicuramente ebbe presenti. Infatti, da quella collezione provengono parecchi soggetti, e la maggior parte dei temi trattati, come in Poggio, ha carattere aneddotico e licenzioso. Il libro - tutto pervaso di quel salace esprit gaulois, grossolano e caustico, proprio dei precedenti fabliaux - riesce nell'insieme piuttosto monotorio. Tuttavia ha importanza, sia perché esso inizia la novella in prosa secondo il gusto italiano, sia perché lo stile dello scrittore è semplice, schietto e vivo, specialmente nel comico. L'opera esercitò influsso anche sui novellatori italiani del Cinquecento, e più tardi fu addirittura saccheggiata da Celio Malespini. La migliore edizione della raccolta è quella procurata da P. Champion, Les cent nouvelles nouvelles, Parigi 1928."
Reference : 16976
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