‎NERALCO P.A. (pseud. di ERCOLANI Giuseppe Maria)‎
‎I TRE ORDINI D'ARCHITETTURA DORICO, JONICO, E CORINTIO.‎

‎Presi dalle Fabbriche più celebri dell'Antica roma, e posti in uso con un nuovo esattissimo metodo. Opera di Neralco P.A. nella stamperia di Antonio De' Rossi, In Roma, 1744. In folio (mm. 435x285), cartonato muto coevo, pp. X,(2),166,(6), con 76 tavole fuori testo, di cui 3 ripiegate (le ultime tavole illustrano il Colosseo, il Tempio del Panteo e il Tempio Vaticano); grande e bella vignetta al frontespizio, testatina alla dedicatoria, alc. capilettera e finalini, tutto inc. in rame da Carlo Grandi. Il testo è altresì ornato da graziosi capilettera figurati e alc. finalini inc. su legno.Rara "prima edizione".Giuseppe Maria Ercolani, con lo pseudonimo di Neralco, esamina dal punto di vista dello studio teorico e della progettazione i tre ordini principali, dorico, jonico e corinzio, secondo gli esemplari più celebri dell'antica Roma. Non si sofferma soltanto sui canoni di Vitruvio, ma analizza le opere moderne' fino a Palladio e a Barozzi. Divide ciascuno dei tre ordini in semplice, ornato e composito' e indica quale uso fare del compasso per disegnare questi tre aspetti. Giuseppe Maria Ercolani (Pergola 1672-1759). Compì i primi studi a Senigallia, completando poi la propria formazione a Urbino e a Roma, dove si laureò in giurisprudenza. Abbracciato lo stato ecclesiastico, divenne prelato referendario delle due Segnature e "segretario del piombo alle bolle"; nel contempo coltivava svariati interessi culturali, tanto da essere ricordato come poeta, geografo, teologo, architetto dilettante e matematico. Iniziata la carriera pubblica, nel 1719 fu rettore o governatore generale della Sabina. Dal 1721 al '25 fu il sessantatreesimo governatore prelato di Fabriano; uguale carica ricoprì anche a Benevento. L'E. amministrò anche varie altre città dello Stato della Chiesa.Nel campo dell'architettura il suo primo progetto noto è quello di un edificio a pianta triangolare, ispirato al nuovo stemma della romana Accademia di S. Luca adottato nel 1705 e da destinarsi a sede di un'accademia delle arti, redatto dall'E. nel 1708 e donato alla suddetta Accademia.. La più importante occasione per dispiegare le proprie conoscenze e dar prova delle sue capacità in campo architettonico-urbanistico, solo uno dei tanti settori indagati dal suo versatile ingegno, si presentò all'E. nel 1746, allorché fu decisa la prima "ampliazione" di Senigallia, città in cui, durante i primi decenni del sec. XVIII, si andava registrando un considerevole incremento demografico insieme con una consistente crescita economico commerciale.. Dal punto di vista architettonico, momento centrale della trasformazione settecentesca di Senigallia fu il progetto della palazzata a portici lungo il fiume; i tre edifici, da costruirsi in laterizio, dovevano essere dotati di cinquantatré arcate in facciata e sei laterali, tutte in pietra d'Istria, con funzione di passeggio coperto e sede di esercizi commerciali.Per l'esecuzione architettonica di quelli che poi furono chiamati portici Ercolani', da più parti si riporta il nome di Alessandro Rossi, un architetto di Osimo: la questione dei ruoli dell'E. e del Rossi risulta a tutt'oggi non chiarita (Taus, 1989, p. 67).. Indipendentemente dal ruolo del Rossi, i portici Ercolani nella loro asciutta e rigorosa veste architettonica possono considerarsi opera che preannuncia il neoclassicismo; infatti la posizione espressa dall'E. nel suo scritto in campo architettonico più importante è già a favore di una energica reazione antibarocca. Di ciò si coglie testimonianza nella prefazione al suo trattato "I tre ordini d'architettura dorico, jonico, e corintio.."; in essa l'E. affermava che, "vedendo ogni di più in disordine la vera antica Architettura per tante licenze, colle quali la difformano non pochi moderni Professori, ho risoluto formare il presente Trattato, per riparare, se sia possibile, il suo deplorabile abuso". Anche in Descrizione del Colosseo romano del Panteo e del tempio vaticano (Ancona 1763), pubblicato per la prima volta nel 1744 insieme col trattato sugli ordini, diede prova di puntuale conoscenza di monumenti antichi e moderni. L'E. firmò ambedue i trattati con il nome arcadico Neralco P. A. (Pastore Arcadico) (cfr. DBI,vol. 43).Cicognara,580 - Brunet,IV,40 - Graesse,IV,658 - Berlin Katalog,I,2632 - Melzi,II, p. 227. Esemplare ben conservato, ad ampi margini, con barbe.‎

Reference : 154434


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