Published by the Managers of the Free Italian School; printed by Zeno Swietoslawski - Stabilimento Tipografico L. Ponthemier & c.; Londra / Genova, 1858-1860. In-4 p. (mm.313x225), bella legatura in pieno marocchino rosso moderno, cornice dorata ai piatti, scritta Dio e il popolo in oro e nero entro cornice al piatto anteriore, filetti e titolo oro al dorso, taglio superiore dorato, risguardi marmorizzati, custodia in cartonato, pp. 456 complessive, ogni numero composto da 16 pp. fino al n. 18, poi da 8 pp. "Rara raccolta completa", in 39 numeri - dal n. 1 (1 Settembre 1858) al n. 39 (23 Maggio 1860) - del celebre giornale fondato e diretto da Mazzini durante l'esilio londinese, massima espressione del suo pensiero repubblicano. Fu l'erede diretto del quotidiano rivoluzionario «L'Italia del popolo», stampato a Genova a partire dal 21 febbraio 1857 e chiuso nell'agosto del 1858 a seguito della feroce repressione poliziesca voluta da Cavour, che portò all'arresto del direttore Bartolomeo Francesco Savi e di tutti i redattori.Stampato su due colonne, con il titolo accompagnato dai motti «Dio e popolo» e «Libertà. Associazione», usciva ogni quindici giorni ed era venduto al prezzo di sei pence; al suo interno, oltre agli articoli politici, vi si potevano leggere anche notevoli interventi di carattere letterario (si pensi ad esempio agli «Studii politico-letterari» di Alberto Mario dedicati a Ugo Foscolo). Dopo diciassette numeri, nel maggio 1859, la pubblicazione si interruppe temporaneamente: troppo alti erano i costi di gestione e troppo basse le sottoscrizioni che si riuscivano a raccogliere (Mazzini arrivò a lamentarsi con gli amici genovesi di non aver mai ricevuto da loro neanche un soldo per abbonamenti o sovvenzioni). Inoltre, nell'aprile era scoppiata la guerra con l'Austria e Mazzini, come molti altri suoi collaboratori, aveva deciso di tornare in Italia per dare il suo contributo. Alla ripresa delle pubblicazioni, il 10 luglio, la redazione fu affidata all'editore mazziniano Pietro Bragiola Bellini, e il giornale passò da bimensile a trimensile. Dopo il numero 23 del 20 agosto ci fu una nuova interruzione, dettata ancora una volta da problemi di sostenibilità economica. Consapevole dell'importanza di tenere vivo il giornale, organo fondamentale della propaganda repubblicana, Mazzini si recò a Lugano e riuscì a prendere accordi per la stampa, seppur sotto falso luogo (prima Londra, poi Genova dal n. 38). Il giornale poteva così essere facilmente introdotto in Lombardia per via clandestina, e da lì circolare fino al sud. Le uscite divennero settimanali e proseguirono con regolarità, ogni sabato, fino al 23 maggio 1860: col numero 39, l'ultimo, cessava la pubblicazione di uno dei più importanti giornali del risorgimento italiano. «Pensiero ed Azione» risulta oggi di notevole rarità. Piccole mancanze alle ultime pp. del 3° numero; il n. 15 presenta una vistosa mancanza all'angolo superiore destro del primo foglio, con perdita di testo; pochi fascicoli lievemente bruniti in modo uniforme per la qualità della carta, ma complessivamente esemplare ben conservato.
Reference : 138815
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